03.10.2003
Il maggior carcinogeno è la vecchiaia
Con il passare degli anni, l'organismo è soggetto a una forte instabilità genetica


Alcuni scienziati del Fred Hutchinson Cancer Research Center hanno fatto una scoperta fondamentale che potrebbe rivelare perché l'invecchiamento rappresenta il maggiore fattore di rischio di cancro negli esseri umani. I risultati dello studio sono apparsi sul numero del 26 settembre della rivista "Science".
Daniel Gottschling e Michael McMurray hanno trovato impressionanti similarità fra gli esseri umani e il lievito per quanto riguarda i cambiamenti che i loro geni subiscono con l'invecchiamento. "Anche se il lievito non sviluppa tumori, - spiega Gottschling - può presentare una delle principali caratteristiche distintive dei carcinomi maligni, ovvero l'instabilità genetica. Abbiamo scoperto che nel lievito, proprio come nell'uomo, l'instabilità genetica cresce in modo drammatico negli ultimi periodi di vita".
I ricercatori hanno scoperto che, quando le cellule del lievito raggiungono l'equivalente della tarda età, sperimentano un improvviso aumento nella produzione di alterazioni genetiche, che si manifestano tipicamente nella perdita di eterozigosità (LOH), una condizione caratterizzata da cromosomi mancanti o mutati. La scoperta indica che il lievito Saccharomyces cerevisiae, un organismo semplice e monocellulare, potrebbe costituire un modello ideale per studiare le complessità dello sviluppo di tumori negli esseri umani legati all'età.

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