11.01.2004
La tossicità dei salmoni di allevamento
Negli ultimi decenni, la produzione è cresciuta vertiginosamente

Uno studio estensivo sui salmoni in vendita in America ed Europa ha rivelato che nei pesci di allevamento sono presenti maggiori quantità di PCB e di altre tossine ambientali rispetto alle loro controparti selvatiche. Ricercatori dell'
Università dell'Indiana e di altri cinque centri di ricerca affermano che gli elevati livelli di tossine potrebbero presentare rischi per la salute dei consumatori. Lo studio, pubblicato sul numero del 9 gennaio della rivista "Science", rappresenta una delle più complete analisi finora effettuate sulle concentrazioni di tossine in questi pesci così importanti dal punto di vista economico.
"Crediamo - spiega Ronald Hites, principale autore dello studio - che sia importante per chi mangia salmone sapere che i pesci di allevamento presentano livelli di tossine più alti dei salmoni selvatici pescati nell'oceano aperto". I ricercatori hanno usato i dati dell'Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti per determinare le quantità raccomandate per il consumo. I pesci esaminati provenivano da supermercati di Francoforte, Edimburgo, Parigi, Londra, Oslo, Boston, Washington, Seattle, Chicago, New York, San Francisco, Denver, New Orleans, Toronto e Vancouver.
Negli ultimi due decenni, la produzione di salmoni di allevamento in tutto il mondo è cresciuta di quaranta volte. Più della metà dei pesci venduti provengono dal Nord Europa, dal Cile e dal Nord America. Se da una parte gli effetti benefici del consumo di pesci per la salute sono ormai accertati da numerosi studi, la tendenza degli animali ad accumulare tossine viene spesso presa in scarsa considerazione.

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