Africa: nuovi esploratori italiani alla ricerca di piante-medicina

Il Cnr ha promosso un progetto internazionale per la valorizzazione della biodiversità vegetale del continente africano.

L'Italia riscopre la sua vocazione per le esplorazioni. A vestire i panni dei novelli Bottego (Vittorio Bottego, Parma 1860- Daga Roba 1897) sono stavolta i ricercatori del Cnr che stanno organizzando una spedizione scientifica in Africa, il continente che possiede uno dei più incredibili patrimoni di estratti medicinali al mondo, alla ricerca di piante-medicina. Una miniera naturale che, se adeguatamente utilizzata, potrebbe rappresentare una panacea per malattie terribili come l'AIDS, la malaria, il cancro, la tubercolosi e l'Alzheimer. Per valorizzare questo immenso tesoro di principi attivi, l'Italia ha lanciato un progetto per la cura naturale delle grandi malattie del pianeta, presentato nel corso del primo convegno internazionale dedicato proprio alla "Esplorazione della biodiversità vegetale africana", promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in collaborazione con il National Institutes of Health (NIH) statunitense e il Fogarty International Center (FIC) e soprattutto 12 Paesi africani tra cui Madagascar, Egitto e Senegal, chiusosi a Roma l'11 aprile 2001. Frutto di un Accordo intergovernativo Italia-Usa rinnovato nell'aprile 2000, questo progetto si propone di favorire la conservazione della biodiversità vegetale e più in generale la salute attraverso accordi di cooperazione che prevedano il coinvolgimento diretto degli stessi Paesi africani interessati, per evitare casi di sfruttamento delle risorse indigene da parte di quelli più industrializzati: "Il nostro obiettivo - spiegano Francesco Cannata e Luigi Monti del CNR - è solo quello di mettere a disposizione delle popolazioni africane l'immensa rete delle nostre conoscenze e di quelle dei partner statunitensi nei settori agrario, chimico, biologico, farmaceutico, medico ecc., allo scopo di individuare le piante migliori da cui estrarre medicine da impiegare in loco, senza speculazioni di sorta". Gli studi più recenti hanno consentito di verificare la piena attendibilità di molte leggende popolari incentrate sul valore medicinale di piante locali quali il taxus, da cui si estrae il tassolo, un principio antitumorale molto efficace. Ma gli esempi di questo tipo potrebbero essere infiniti, come ha precisato Abdoulaye Samb, dell'Università di Cheikh Anta (Senegal): si pensi alla funzione antinfiammatoria della liquirizia, alla capacità antibatterica dell'aglio o all'effetto cardiovascolare dell'hawthorn. Se si considera che già oggi il 50% dei componenti medicinali sono di estrazione vegetale, l'obiettivo del CNR e del NIH di creare un network con i Paesi africani per la conservazione delle bio-risorse potrebbe rappresentare veramente la premessa per lo sviluppo di un'attività farmaceutica che non sia predominio esclusivo delle grandi multinazionali.