Mangiare meno, mangiare meglio

di  Elena Porcelli

 

3/9/2003  


Rischi di obesità in aumento anche nell'infanzia

I ministri di tutta Europa lanciano la battaglia all'emergenza dell'Occidente troppo nutrito. E Sirchia spiega a Panorama.it i provvedimenti da prendere. A cominciare dai fast-food.
 
Un fronte europeo di lotta all'obesità: è l'obiettivo del Consiglio dei ministri della salute dell'Ue che si tiene dal 5 settembre a Milano.
«Le malattie del benessere» spiega il ministro Gerolamo Sirchia a Panorama.it «sono una vera e propria epidemia a livello europeo, con dati sempre più allarmanti soprattutto tra i bambini».

Secondo l'Istituto Auxologico Italiano, il 30-35 per cento dei bambini italiani è sovrappeso e il 10-12 per cento obeso.
E nel 28 per cento dei bambini obesi è già presente la cosiddetta sindrome metabolica, cioè l'associazione di almeno tre fattori: obesità, ipertensione, trigliceridi elevati con bassi valori di colesterolo cosiddetto buono e diabete. Tutte condizioni che portano malattie cardiovascolari.
«A molti ragazzi» ricorda Sirchia «basterebbero una passeggiata di mezz'ora a passo svelto, ogni giorno, e un'alimentazione un po' più sana, per stare bene e non diventare obesi». Ma è uno stile di vita sempre meno diffuso. «Finora» racconta il ministro «la lotta all'obesità si è basata solo sulle campagne d'informazione. Ci vuole una pressione di tutta la società, che indirizzi la gente verso i comportamenti giusti, come succede con il fumo».

AZIONE SUI FAST FOOD
Il piano d'azione di Sirchia e dei suoi colleghi europei si articola su più fronti.
«Bisogna coinvolgere» sostiene «i ristoratori, i fast-food e le mense aziendali perché smettano di servire porzioni troppo grosse; i fabbricanti di bibite che vendono lattine da 33 cl, quando a dissetare ne bastano 20; i pubblicitari, che spesso invitano la gente a mangiare troppo. E sono solo alcuni esempi».

NUOVE ETICHETTE
L'informazione del consumatore è essenziale. Le etichette spesso riportano gli ingredienti e le caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari ma non le calorie contenute. Oppure il contenuto energetico è indicato per 100 grammi di prodotto, ma non per porzione e confonde le idee.

Secondo Sirchia, anche lo stile di vita dovrebbe cambiare: «Gli italiani debbono tornare a pasti regolari e strutturati» dice «perché mangiucchiare fra spuntini e aperitivi porta a ingrassare molto, senza neppure rendersene conto».
E bisognerebbe fare più moto. «Ma non è facile» riconosce il ministro «ridurre la tirannia dell'automobile, soprattutto nelle metropoli come Milano o Roma. Per fare moto ci vogliono tempo e voglia».
Sirchia sottolinea quel che sta accadendo in America: «La pressione sociale contro il fumo e l'alimentazione scorretta hanno dato buoni risultati, su una popolazione che è tra le più obese del mondo. E non è una lesione della libertà individuale, chi vuol farsi del male con sigarette, alcol e quantità smodate di grassi è libero di continuare».

MODELLO AMERICANO
A presentare il modello americano ai minstri dell'Europa è il responsabile per la nutrizione e lo stile di vita del Centro per la prevenzione delle malattie del governo degli Stati Uniti, Michael Pratt.
«Con i colleghi europei» spiega Sirchia «confronteremo le politiche dei singoli paesi per applicare le migliori dappertutto ed evitare di riscoprire l'acqua calda in ciascuna nazione. È il primo passo verso un movimento coordinato che tende a ostacolare le cattive abitudini della società del benessere, a favore della salute nostra e dei nostri figli».