09.04.2003
La proteina della lunga vita
Una ricerca italiana ha studiato alcuni geni in un gruppo di pazienti centenari

Alti livelli di una proteina anti-infiammatoria potrebbero rappresentare la chiave genetica verso la longevità, almeno per quanto riguarda gli uomini. Lo rivela uno
studio pubblicato sulla rivista “Journal of Medical Genetics”.
Il processo di invecchiamento è associato a infiammazione cronica e di basso livello in tutto il corpo, che a lungo termine porta a danni ai tessuti e all’aumento del rischio di sviluppare malattie degenerative, come il morbo di Alzheimer, quello di Parkinson , l’osteoporosi e il diabete di tipo 2.
Ricercatori del dipartimento di biopatologia e biomedicina dell’
Università di Palermo hanno esaminato i livelli di due proteine (citochine) coinvolte nel processo infiammatorio del corpo: IL-10, che smorza l’infiammazione, e TNFa, che invece la favorisce. Gli scienziati hanno studiato la frequenza dei geni che codificano per le due proteine in un campione di 72 uomini e 102 donne che avevano raggiunto i 100 anni di età. Inoltre hanno analizzato anche il DNA di diversi individui di età compresa fra i 22 e i 60 anni.
I risultati mostrano che un numero significativamente più elevato di uomini centenari esprimeva geni che codificano per alti livelli di IL-10, la proteina anti-infiammatoria, rispetto agli uomini più giovani. Invece, per quanto riguarda i livelli della TNFa, non c’erano differenze fra i diversi gruppi di età. Sempre gli uomini centenari esprimevano i geni corrispondenti alla combinazione di alti livelli di IL-10 e bassi di TNFa. Fra le donne, invece, non c’era differenza nei livelli delle citochine, né separatamente né in combinazione.
Secondo gli autori dello studio, queste variazioni genetiche potrebbero essere specifiche dei pazienti presi in esame e non essere evidenti al di fuori della popolazione testata. Ma in ogni caso, i livelli elevati della citochina anti-infiammatoria sembrano associati alla longevità.

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